Ma che libro era?
La soluzione è: “La verità sul caso Harry Quebert” di Joel Dicker, best seller che, anche in Italia, ha dominato le classifiche per 10 settimane nel 2013. Dopo i due indizi supplementari Morena, Claudio e Vanna hanno subito azzeccato la risposta, aggiudicandosi il buono acquisto. In due hanno affermato che il frammento della foto di copertina è stato risolutivo, e ammetto che l’immagine in copertina aveva colpito anche me. Indagando ho scoperto che la foto è del fotografo americano Gregory Crewdson, autore di immagini molto particolari e elaborate con tecniche cinematografiche.
Cercate le sue foto, ne vale la pena, e intanto un breve estratto dalla presentazione di una mostra tenutasi a Firenze nell’anno 2009.
“Le fotografie di Gregory Crewdson appaiono come dei “fermo immagine” ad alta risoluzione tratti da sontuosi film hollywoodiani. Costruite secondo una scrupolosa composizione e fissate in un’atmosfera densa ma rarefatta allo stesso tempo, le immagini sono slegate da un possibile contesto o da una supposta concatenazione di eventi, che solo la libera interpretazione dell’osservatore può tentare di ricostruire. Le scene, ambientate nella provincia statunitense, sono cariche di un’atmosfera onirica e inquietante, e sembrano alimentarsi dei fantasmi dell’inconscio collettivo americano. Le fotografie di Crewdson rivelano, infatti, il lato in ombra di un American dream che rischia di trasformarsi in incubo: non più l’aspirazione al successo e all’ascesa sociale, ma una discesa negli abissi dell’animo umano, nel vuoto e nella solitudine. Gli eroi di Crewdson sono figure isolate, che nella loro iconicità si cristallizzano e si caricano di valore simbolico.”
A proposito, ho iniziato a leggere questo romanzo anch’io, che normalmente mi tengo molto alla larga dai best sellers e infatti mi becco dello snob. Bene, dopo 100 pagine sospendo il giudizio, con il retropensiero che la qualità dell’immagine sarà probabilmente di un livello che la vicenda potrebbe sognarsi…