Quando decido di proporre qualcosa di nuovo, la testa entra modalità scanner: passa in rassegna gli spunti che recentemente avevo archiviato, i vecchi argomenti che da sempre vorrei affrontare e mai riuscirò a elaborare, improbabili foglietti su cui mi ero appuntato “l’idea dell’anno” con una calligrafia del tutto indecifrabile – la mia ! -. Questo tipo di auto brainstorming per me è sempre fallimentare.
Poi, mentre cammini nel bosco di fianco a casa, ti fissi su un minuscolo essere che cinguetta a quindici gradi sotto zero, come se nulla fosse. Gli invidi le ali, che lo possono portare dove vuole, senza problemi di zone colorate. Anzi spesso i colori lui li veste, sfumati o intensi, li usa per nascondersi ai tuoi occhi o a predatori impietosi. Durante l’inverno non avrà tutta questa varietà cromatica, ma tra qualche settimana potrà infilarsi in un cespuglio dalle foglie di quel verde tenue che presto diventerà più scuro. Poi avrà a che fare con fiori dai mille colori, con le bacche, le cavallette e la farfalle o altri insetti. Magari tra poco arriverà qualche fortunato che ha svernato in mezzo alle scimmie!
In pochi minuti realizzi che sai cosa proverai a fare tornato in laboratorio. Certo vorresti provare a ritrovare quel piccoletto per incrociare il suo sguardo per un formale ringraziamento, ma tu sei un uomo e ultimamente la natura in generale guarda la tua specie con molto sospetto.
Lui, ben nascosto, ti guarderà andartene e festeggerà lo scampato pericolo, un cip, una schittatina e via…
