Ma quanto è bello e rilassante entrare in una libreria e senza alcun limite di tempo mettersi davanti allo scaffale dei libri freschi di pubblicazione? Chi lo ha fatto sa quello che intendo: chi viene attratto dalla grafica della copertina, chi dalle note del risvolto della stessa, chi dal titolo e chi da altre cose che mi sfuggono.
Mi ricordo perfettamente che nel 1988, al Libraccio di Milano, in una di queste bolle temporali, notai il nome di un autore piuttosto insolito – William Least Heat Moon – e afferrai il volume per capire di cosa si trattasse. La combinazione nome, note di copertina e titolo, non lasciò spazio a nessun dubbio e acquistai uno dei libri da cui non mi separerò mai.
L’incipit è fulminante quanto pochi altri :
Bisogna stare attenti ai pensieri che vengono di notte; non hanno la giusta direzione, arrivano a tradimento da luoghi remoti e son privi di senso e di limiti. Prendiamo ad esempio l’idea che mi è venuta il 17 febbraio, un giorno di speranze distrutte, il giorno in cui...
Dico, uno che si mette in viaggio su un furgone scassato e per tre mesi gira per gli States, evitando accuratamente le strade principali, quelle consigliate, passando ben lontano dalle città importanti e dalle principali attrazioni turistiche, facendo degli incontri e delle storie che gli vengono narrate dalla gente comune la sostanza del viaggio.
Catturato definitivamente da questa filosofia, ancora oggi tento di seguire queste indicazioni, sia quando mi capita di essere costretto nella mia stufa a quattro ruote, ma più spesso nelle settimane passate a pedalare sulla mia bici da viaggio a trazione esclusivamente animale.
Leggetelo, ne vale la pena, e se vi piacerà acquistate la mie mensola dedicata per raggruppare i vostri libri da viaggio…
Spazi così enormi da farci sentire isolati rivelano ciò che resta invisibile in luoghi maggiormente abitati e pieni di attività e rumori. A me quella vista rivelava una cosa, e una soltanto: la disperazione di un uomo che scopre quanto siano esigui e ridicoli i propri limiti.
